Imparare a gestire un nuovo tipo di insegnamento.
“La didattica on line spegne la mia energia e la mia gioia di farla”, afferma un’insegnante esausta. “Noi insegnanti impariamo cose nuove, proviamo, ci reinventiamo, ma lo schermo è pieno di quadratini neri dietro la maggior parte dei quali non c’è nessuno”. Sono chiare a tutti le difficoltà del periodo per gli studenti, per i genitori e per il sistema educativo. Le sollecitazioni incalzano da tutte le parti e ci chiediamo come guardare correttamente l’intera situazione e soprattutto cosa fare per alleviare il disagio.
In pratica,
è arrivato il momento di riorganizzare il concetto di apprendimento
che, in forma più avanzata, dovrebbe essere basato sul principio di collaborazione. Vale a dire che l’insegnamento non sarà più a senso unico, ma si studierà tutti insieme. La lezione, prima solo frontale, sarà basata su una conversazione, in cui preferibilmente si siede in cerchio, anche se ognuno è davanti al proprio computer, si cerca di creare un’interazione costante tra insegnanti e studenti e tra studenti suddivisi in gruppi.
Lo studio sarà reciproco, attraverso la connessione e la condivisione tra tutti. Metà del tempo sarà impiegato a svolgere esercizi. Ogni studente dovrebbe sentirsi costantemente sollecitato e motivato sia nei confronti dei suoi compagni di classe che dell’insegnante: domande, risposte, discussioni, esercitazioni pratiche. Uno studente inizia una frase e l’altro la continua. Vale anche la pena introdurre giochi e competizioni costruttive tra gruppi di studenti in modo da stimolarli. Per esempio, si può permettere che una metà della classe faccia le veci dell’insegnante all’altra metà, ponendo domande e ottenendo le relative risposte, dopodiché si invertono i ruoli. Uno o due capoclasse verificheranno l’esatto alternarsi dei ruoli.
Di cruciale importanza è la percezione di quanto si apprende.
Bisognerebbe cercare di iniziare ogni incontro con fatti di attualità ed esempi di vita collegati al materiale che verrà studiato. Lo studente dovrebbe avere la percezione che gli viene fornita una conoscenza che un giorno potrebbe tornargli utile e quindi ora si studia insieme in modo di farne buon uso nella vita. Se si affrontano problemi della vita di tutti i giorni, di casa, della famiglia, del paese, di ciò che accade agli studenti, allora si percepirà che tale lezione è necessaria e che sarebbe un peccato perderla.
Oltre agli sforzi per migliorare le lezioni in modo che siano veramente pertinenti e motivanti si dovrebbero trovare soluzioni tecnologiche che riducano le possibilità di distrazione, come lo spegnimento automatico dei telefonini durante lo studio on line.
Nel complesso, molti dei problemi del sistema educativo nascono dal fatto che i bambini non sentono affatto l’importanza di ciò che stanno studiando e nemmeno i loro genitori, la società degli adulti in genere.
Ovviamente così, neppure i bambini ricevono una sollecitazione adeguata allo studio da casa e i risultati sono evidenti.
Se ad esempio i genitori facessero apparire l’insegnante come una persona importante, i bambini sarebbero molto più inclini ad apprendere da lei. I genitori dovrebbero conoscerla personalmente per parlare ampiamente di lei, raccontare che cosa ha studiato all’università, le specialità conseguite, quanto sia abile e intelligente e di come sia una vera fortuna averla come docente in grado di insegnare cose giuste e buone.
Tenuto conto di tutte le difficoltà che esistono oggi, abbiamo l’opportunità storica di cambiare il sistema educativo.
Al centro del cambiamento dovrà esserci la partecipazione integrale di genitori, bambini e insegnanti, tutti insieme contribuiscono alla formazione di un essere umano inserito correttamente nell’ambiente e in grado di connettersi bene con gli altri. Questa è l’essenza dell’istruzione e non quella di impartire conoscenze aride di una o più materie. Il sistema, che avrebbe potuto soddisfare i bisogni dell’umanità duecento anni fa, è oggi del tutto inadeguato alla nuova realtà che viviamo.