La saggezza passa dal genitore al bambino.
Non è facile crescere i bambini e specialmente ai giorni nostri. Come indirizzare i nostri cari al bene, come rapportarsi al male che vedono intorno a loro o al male che da loro scaturisce? Ecco alcune dritte sull’argomento più importante del mondo.
Da un lato, viviamo in questo mondo, e non possiamo davvero nasconderlo al bambino e farlo vivere in una campana di vetro in cui esiste solo il bene, perché non lo preparerà alla vita. Dall’altro, fin dalla più tenera età dovremmo aiutarlo a sviluppare le sue attitudini per quelle cose per cui mostra maggiore interesse, in modo che sia il più possibile impegnato con sé stesso e il meno possibile con il mondo, tenendo conto ovviamente delle sue tendenze naturali per lo sviluppo in campi come lo sport, la scienza, l’arte e così via. È importante assicurarsi che abbia una cerchia di amici che condividano lo stesso interesse in fatto di libri, sport, hobby ovvero che sia immerso in un ambiente il più delineato possibile. A proposito, se il bambino ha tendenze aggressive, converrebbe indirizzarlo verso attività riconosciute dalla società, come ad esempio le arti marziali.
Per quanto riguarda il male che il bambino scorge intorno a sé, è importante discuterne con lui.
Cosa hai visto oggi? Cosa ne pensi di queste cose? Che opinione ti sei fatto? Come gli altri li giudicano? Cosa accadrà a questi bambini che crescono in questo modo? Come pensi di poterli aiutare a cambiare direzione?
Vale anche la pena spiegare, in base alla sua età ovviamente, che se quei bambini che hanno agito male nei confronti di altri fossero stati più grandi, la legge li avrebbe puniti severamente per le loro azioni, che sarebbero stati portati alla polizia o in prigione. È importante che il bambino acquisisca gradualmente familiarità con i vari sistemi della società che mirano a impedire alle persone di danneggiarsi a vicenda. Deve sapere quale sarà la reazione, cosa potrebbe accadere in ogni situazione e questo lo aiuterà ad evitare comportamenti errati.
Perché esiste il male? Perché è radicato nella natura umana. Sin dall’inizio, l’uomo vuole vedere sé stesso superiore a tutti gli altri. Chi è più forte mangia il debole, il grande opprime il piccolo: questo accade nella vita. Ma se si permette a questi impulsi egoistici di emergere senza porre alcun limite, in quale società vivremo? Nel mondo inanimato, vegetale ed animale, il sistema naturale fa in modo che tutto si bilanci in maniera autonoma; nessuna creatura mangia più di quanto abbia bisogno per sussistere, in tal modo non danneggia le altre creature o l’ambiente. Solo gli esseri umani sono cattivi l’uno con l’altro, accaparrando sempre di più per sé stessi e felici di non lasciare nulla agli altri. Tale comportamento causa povertà e dolore, e se l’ego continua a crescere smisuratamente, saremo costretti a camminare per strada con fucile e giubbotto antiproiettile per proteggerci.
Ciò che può garantire una vita serena è unicamente un processo educativo che insegni agli esseri umani a trascendere l’ego, a comportarsi bene gli uni con gli altri, nel rispetto reciproco.
Da questo punto di vista, cercheremo di trasformare ogni bambino in un elemento positivo. Dobbiamo insegnargli come condurre saggiamente gli altri bambini a giocare e a gareggiare in maniera positiva. Tutti amano le competizioni e ciò è naturale, ma è possibile programmare la competizione in modo che sia divertente per tutti, e non che qualcuno soffra e gli altri se la godano.
Nei giochi di connessione non ci sono squadre o concorrenti che si odiano.
Cerchiamo di trascendere insieme le nostre capacità, di cooperare per vincere la sfida che tutti affrontiamo, e così via. Naturalmente possono esserci anche giochi che mirano ad evidenziare la forza e a far scaturire l’aggressività.
In conclusione, come adulti il nostro obiettivo è impartire al bambino una saggezza che lo aiuti a difendersi dalle infinite lotte di potere e persino a guidare il suo ambiente verso legami di reciprocità. Un compito molto difficile, se si pensa alla profondità delle cose.
Per riuscirci non c’è scelta, dobbiamo cominciare da noi, dalla nostra generazione.
Se impareremo a ridurre il danno che causiamo agli altri, il nuovo spirito sarà percepito dai bambini e anche loro diventeranno più sereni. In un mondo sempre più connesso, il futuro positivo dipenderà dallo sviluppo della capacità di connettere soprattutto gli opposti.