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Il corretto funzionamento di un’azienda dipende solo dalla professionalità dei dirigenti?

Cerchiamo la risposta esaminando la situazione particolare di un’azienda.

Dirigenti professionalmente preparati possono risultare incapaci di creare relazioni umane soddisfacenti, impedendo così lo sviluppo delle aziende. Facciamo un esempio:

Consideriamo un’azienda di circa 100 dipendenti, un Direttore Generale, 3 Vice-Direttori, 5 Capi Dipartimento, ciascuno dei quali con circa 20 dipendenti. Uno dei Capi Dipartimento ha 55 anni, uomo di vasta esperienza, mostra capacità di analisi dei dati, vede per l’azienda un futuro efficiente e propositivo, insomma, è un tipo brillante che fino ad oggi ha portato l’azienda al successo e mira a farla progredire. Ma i dipendenti trovano molto difficile lavorare con un capo che accetta con difficoltà le opinioni altrui, sentono che il loro potenziale non viene sfruttato e che non c’è alcun avanzamento. Il Direttore Generale non sa come procedere perché ha in programma di ampliare le attività dell’azienda e, con un Capo Dipartimento di questa fatta, la svolta non sarà facile. Come affrontare una situazione del genere?

Prendiamo prima in considerazione il quadro generale, poi il caso particolare.

Innanzitutto bisogna tener conto che non tutte le attività sono uguali. Ci sono aziende che richiedono persone con un modo di pensare rigido e aziende invece che necessitano di persone più flessibili. Quindi il primo test è capire quale sia la cosa più conveniente per l’azienda. Inoltre, va notato che generalmente è difficile per una persona di una certa età cambiare atteggiamento. Sono certi di essere dei professionisti, di godere di molto credito proprio perché così sono fatti.

Per quanto riguarda l’azienda dell’esempio, varrebbe la pena introdurre nel dipartimento in questione una o due persone esperte di relazioni integrali e di connessione tra persone.

Ciò avverrebbe in coordinamento con il direttore che continuerà ovviamente a gestire professionalmente il dipartimento, ma non parteciperà al processo sociale nella prima fase.

Il ruolo degli esperti nel processo di connessione sarà quello di mettere insieme i dipendenti insoddisfatti che arrivano al lavoro senza alcun entusiasmo e formare un Gruppo dotato di uno spirito vitale speciale che avrà il compito di far avvicinare le persone del gruppo e renderle sensibili alle problematiche dell’altro, stabilire un atteggiamento positivo e sostegno sociale. Di conseguenza, sarà più facile per loro collaborare anche con il loro Capo Dipartimento e il loro umore e la loro professionalità miglioreranno.

Molte ricerche ci mostrano che il gruppo si forma quando le persone mettono la connessione tra loro al di sopra di ogni altra cosa.

Si tratta di una profonda unione emotiva, una connessione con un meccanismo integrale, in cui ogni individuo completa gli altri. Insieme finiscono per creare un qualcosa di superiore, uno spirito di gruppo con responsabilità e garanzia reciproca.

Donatella Ciuffolini
Giuseppe Negro
Paola Panzeri
Laura Lisi